Arena Francesco

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Francesco Arena è nato nel / born in 1978 a Torre Santa Susanna, Brindisi. 
Vive e lavora a / lives and works in Cassano delle Murge, Bari

Principali mostre personali / Main solo shows: 
(C) denotes that a catalogue was published in conjunction with the exhibition

2011
Com’è piccola Milano, Peep Hole, Milano
2010 
Art Statement, Art Basel, Basel. (C)
Cratere, curated by Lorenzo Benedetti, De Vleeshal, Middelburg NL. (C)
Teste, Fondazione Ermanno Casoli, Fabriano. (C)
2009
18.900 metri su ardesia, Galleria Monitor, Roma
Canzone (povera patria), Cimitero di San Pietro in Vincoli, Torino
2008
Pallet sospeso su 7 raggi, Brown Project Space, Milano.
3,24 mq, Nomas Foundation, Roma. (C)
2006
Impannellamento, Galleria Monitor, Roma. (C)
2005 
Arena, De Marco, Schirinzi, G.A.M. Galleria d’arte Moderna Bologna (with De Marco and Schirinzi), Bologna. (C)
2004 
Laboratorio, Galleria Monitor, Roma

Principali mostre collettive / Main group shows: 
(C) denotes that a catalogue was published in conjunction with the exhibition

2011
Isole, Brown Project Space, Milano
100 di 50, NABA, Milano
Pleure qui peut rit qui veut – Premio Furla 2011, Palazzo Pepoli, Bologna (C).
2010
Ente comunale di consumo; curated by Claudio Libero Pisano, CIAC, Genazzano.
Temporaneo – contemporary art in the evolving city, curated by Cecilia Canziani e Ilaria Gianni, 
organizaed by Nomas Foundation and IMF Foundation, Roma.
Legami creativi, curated by Renato Barilli e Fabio Cavallucci, Comune di Santa Sofia, Forlì.
SI, Sindrome Italiana, Magasin, Grenoble (C).
La scultura italiana del XXI secolo, curated by Marco Meneguzzo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano (C).
Practicing Memory – In the time of an all-engaging present, curated by Matteo Lucchetti, Fondazione Pistoletto, Biella.
Voices from Silence – Truth Unveiled by Time, curated by Ilaria Gianni, Opdahl Gallery, Berlin.
Squares of Rome, curated by Cecilia Casorati, Moca, Shangai (C).
Ibrido, curated by Giacinto Di Pietrantonio e Francesco Garutti, PAC, Milano (C)
Linguaggi e Sperimentazioni. Giovani artisti in una collezione contemporanea, curated by Giorgio Verzotti, Mart, 
Rovereto (C)
Les sculptures meurent aussi, a cura di Lorenzo Benedetti, Kunsthalle Mulhouse, Mulhouse.
2009
Qui è altrove!, a cura di Francesco Poli e Francesca Referza, Palazzo De Sanctis, Castelbasso. (C)
Emotional Community, a cura di Teresa Macrì, Galleria Monitor, Roma
Curatology, Viafarini DOCVA, Milano
Premio LUM, a cura di Luca Cerizza, Antonella Marino, Francesco Stocchi, Teatro Margherita, Bari. (C)
NEW ITALIAN EPIC, Brown Project Space, Milano
Senza Rete, a cura di Lorenzo Benedetti e Caroline Corbetta, Santo Spirito in Sassia, Roma. (C)
Cose mai Viste, a cura di Achille Bonito Oliva, Palazzo Barberini, Roma. (C)
Usine des rêves, a cura di Cecilia Casorati e Sabrina Vedovotto, 26cc – space for contemporary art, Roma (C)
Ri-creazione, 1:1 Proiect, Roma. (C)
2008 
On, a cura di Martina Angelotti, Piazza Verdi, Bologna.
Acromatica, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Galleria Edieuropa, Roma. (C) 
Fresco Bosco, a cura di Achille Bonito Oliva, Certosa di Padula, Padula (Sa). (C) 
Soft Cell: dinamiche nello spazio in Italia, a cura di Andrea Bruciati; la Comunale, 
Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, Monfalcone. (C)
Dai tempo al tempo, a cura di Pelin Uran, Fiona Parry, Joseph del Pesco, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte, 
Guarente d’Alba, Cuneo. (C)
The Unfair Fair, a cura di Cecilia Canziani e Vincent Honorè, Loto Arte, Roma. 
Incipt, a cura di Ludovico Pratesi, Palazzo Rospigliosi, Roma. 
2007
Annisettanta. Il decennio lungo del secolo breve, a cura di Gianni Canova, la Triennale di Milano, Milano. (C)
Artètica – descrivere il resto, a cura di Katia Anguelova e Alessandra Poggianti, Porto Cesareo (Lecce). 
Deutsche Bank Italy Collection, Deutsche Bank, Milano. (C)
2006 
Confini – Boundaries, a cura di Saretto Cincinelli, Cristiana Collu e Roberto Pinto, Man, Nuoro. (C)
Circle Line, a cura di Marcello Smarrelli, RAM Rotonda di Senigallia, Senigallia. 
Tracce di un seminario, a cura di Roberto Pinto e Anna Daneri, Assab One, Milano. (C)
2005
Intra Moenia, a cura di Giusy Caroppo e Achille Bonito Oliva, Castel del Monte, Andria. (C)
Carillon-Corporarte, a cura di Antonella Marino, Showroom Calia, Matera. 
Arte all’Arte X / -a+a Luciano Pistoi, Castello di Linari. (C)

Awards:
2009

Premio d’Arte Contemporanea Ermanno Casoli, Fondazione Casoli, Fabbriano (vincitore)
Premio LUM per l’arte contemporanea, 1° Edition, LUM, libera Università
Mediterranea, Bari 
2008 
Premio Torino-Milano incontrano l’arte, 6° Edition, Camera di Commercio di Torino, Torino (vincitore) 
Premio Terna per l’arte contemporanea, 1° Edition, Terna, Roma (vincitore)

Residencies:

2005
Corso Superiore di Arte Visiva 2005, Fondazione Ratti, Como

 

 

 

 

 

SITO WEB


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Mattoni

Terra di Dresda

2011

Sabato 25 giugno all’Aquila Francesco Arena ha realizzato l’intervento dal titolo “Mattoni” (secondo appuntamento del progetto “L’Aquila l’identità del contesto” a cura di Francesca Referza e Maria Rosa Sossai). Con Mattoni Francesco Arena stabilisce un legame invisibile ma potente tra il passato e il presente di Dresda e il presente e il futuro dell’Aquila.
Dresda è un centro d’arte di importanza internazionale e di eccezionale bellezza, tanto da essere stata definita la Firenze sull’Elba. La città tedesca è stata scelta da Francesco Arena perché, durante la seconda guerra mondiale, ha subito un terribile bombardamento con migliaia di vittime.

Per realizzare l’intervento, Arena si è fatto spedire da Dresda venti chili di terra tratta da diversi punti della città e con questa ha realizzato dei mattoni che, dopo essere stati cotti, sono stati portati all’Aquila e utilizzati per costruire. Questi mattoni entreranno nel DNA della ricostruzione dell’Aquila, nel tessuto murario di alcune case della città che bisogna tirare su, nella speranza che, a partire da un mattone, si possa ricostruire l’intera città, come è accaduto per Dresda.
Dopo aver individuato alcuni edifici (tra cui la vecchia e la nuova sede del MUSPAC) in cui porre qualche mattone, in collaborazione con l’amministrazione della città, è stata collocata in municipio una “lapidella” di piccole dimensioni (cm 30 x 20) che racconta l’occasione e la motivazione dell’intervento. I Mattoni spariranno alla vista, saranno quindi volutamente antimonumentali, nella pratica, ma contribuiranno emotivamente, nelle intenzioni dell’artista, a rigenerare quell’identità della città che il terremoto e il tempo che passa, stanno provando a cancellare per sempre.
L’invisibilità è la parte fondante dell’opera, un monumento che c’è, ma che non si vede, in antitesi con la retorica di tanti altri monumenti, un monumento dislocato in vari luoghi, come reazione all’idea del monumento da piazza.

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