BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA Video frammenti, da FUORI ORARIO di Enrico Ghezzi. Storia della Biennale d’Arte

27 Gennaio 1994

La Biennale di Venezia nacque con una delibera dell’Amministrazione comunale del 19 aprile 1893, in cui si propose di “istituire una Esposizione biennale artistica nazionale” nell’anno successivo, per celebrare le nozze d’argento del re Umberto e Margherita di Savoia. L’effettiva inaugurazione della manifestazione si ebbe due anni dopo, il 30 aprile del 1895. Le prime Biennali seguirono in genere le tendenze d’allestimento e d’arredo dei salons o delle pinacoteche, con riformulazioni del tema neoclassico del Museo. Dal 1901 vennero studiate soluzioni più adeguate per la collocazione delle opere in mostra, principalmente nel grande e disorganico Padiglione centrale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Biennale riprese il discorso dall’Impressionismo francese, proposto da Roberto Longhi in una memorabile rassegna. La XXIV Biennale, quella del 1948, fu contrassegnata dalla rivisitazione delle avanguardie, che fu resa possibile grazie anche all’impegno dei Padiglioni stranieri. Le Biennali degli anni Sessanta iniziarono con un crescendo di polemiche dovute al gran numero di artisti invitati, e a quello che veniva definito lo “strapotere della critica”, che imponeva mode e stili. Fu proprio la critica che, secondo molti, determinò l’affermazione del movimento informale alla Biennale del 1960: i Gran premi per la pittura vennero infatti assegnati ai francesi Fautrier e Hartung, nonché all’italiano Emilio Vedova. Per l’artista veneziano si trattava della consacrazione internazionale. Nell’edizione del 1964 ci fu l’avvento clamoroso della Pop Art americana, che ridiede vitalità alla Biennale. Il premio riservato a un artista straniero fu assegnato a Robert Rauschenberg, spostando la bilancia della ricerca pittorica dall’Europa agli Stati Uniti. La Pop Art a Venezia fu rappresentata anche da Jasper Johns, Jim Dine e Claes Oldenburg.

(dal sito www.labiennale.org)

 

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