SERGIO LOMBARDO Conferenza e proiezioni

11 Maggio 1995

SERGIO LOMBARDO

 

Introduzione alla teoria eventualista – Conferenza e proiezioni.

I “fortuita eventa” di Sergio Lombardo

Maurizio Calvesi

 

(testo estratto dal catalogo di Sergio Lombardo )

 

Nella lettura dell’opera di Sergio Lombardo non c’è molto spazio per la critica, perchè egli ama considerarsi scienziato prima (o addirittura piuttosto) che artista, e lo dimostra, intanto, con una serie di scritti vertenti soprattutto sulla psicologia sperimentale, scritti che da un lato elaborano teorie originali e di singolare interesse, dall’altro offrono una circostanziata e ineludibile spiegazione delle opere prodotte.

Riassumere o esporre con diverse parole queste teorie, risulterebbe quanto mai inutile, giacchè i testi sono già dotati di chiarezza e precisione. “Interpretare” la poetica delle opere non sembrerebbe poi possibile, dal momento che l’interpretazione autentica è già data dall’autore. In questo però si può cogliere un fondamentale aspetto di Sergio Lombardo che lo differenzia da molti altri, giacchè l’artista è ben raro che produca un’interpretazione, o semplicemente una spiegazione, della propria opera. Anzi, preferisce di solito assumere un atteggiamento possibilista, lasciando al critico l’esegesi e compiacendosi del fatto che le interpretazioni si differenziano regolarmente tra di loro, arricchendo così l’opera di suggestioni destinate a non esaurirsi.

Lo stesso Duchamp, che Lombardo assume tra i suoi precedenti nella linea della “non arte”, era però, sotto questo aspetto, sommamente ambiguo: le sue opere avevano come scopo, e l’hanno raggiunto in misura grandiosa, quello di suscitare interpretazioni ciascuna diversa e magari lontanissima dall’altra. Ma appunto: diversamente anche da Duchamp, Lombardo afferma di essere più che un artista uno scienziato che si serve di in oggetto considerato opera d’arte per raggiungere le sue finalità sperimentali.

Offrendo egli stesso “l’interpretazione”, ovvero la spiegazione del proprio lavoro, Lombardo inibisce l’interpretazione altrui rivolta a definire la poetica, e ridicolizza in partenza chi la tenti. Egli vuole che le sue opere – e qui è il punto non suscitino interprerazioni esegetiche, ma reazioni; queste si suscettibili, ma da parte sua, di interpretazione. Lombardo rovescia in sostanza il classico rapporto con lo spettatore: questi non può fruire, in senso tradizionalmente estetico, della sua opera, ma soltanto manifestare le proprie reazioni di fronte ad essa; mentre è l’autore che fruisce, fruisce di queste reazioni analizzandole e facendone il fondamento di ulteriori ricerche volte a stimolare, in modo sempre più complesso, nuove reazioni.

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