Pesce Massimina

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Prezza (AQ) 4 Agosto 1941 – 10 Giugno 2012. Si diploma all’Istituto Statale d’arte di Roma sotto la guida del maestro Leoncillo. Vive e lavora a L’Aquila con studio in Collettara – Scoppito via S. Maria a Colle. Le prime mostre personali e di gruppo, con opere caratterizzate da una poetica informale aperta a sollecitazioni astratte, datano inizio anni sessanta. La costante attenzione per la strutturazione teorica della materia troverà negli anni settanta originali esiti espressivi con la moltiplicazione dei piani prospettici di interni ed esterni pittoscultorizzati e quadridimensionalmente ritmati. Negli anni ottanta la frantumazione del linguaggio è percorsa nei frammenti architettonici delle Fratture (l’omaggio medievale dedicato alla città de L’Aquila ed ospitato nell’ambito della “Perdonanza” al Museo Nazionale d’Abruzzo). Inizia quindi la fase, (tuttora in corso), di una serrata indagine sulla lingua “ceramica” ripercorrendo con l’imponente installazione di Babele (proposta all’Expo Arte di Bari ed in successive mostre tenute in Francia e Germania) la tracce archetipe di un guizzante segno grafico plasticamente recuperato in tutte le sue valenze semantiche, pittoriche e scultoree. Segno che nelle successive sculture a tutto tondo di grandi dimensioni e nei bassorilievi delle Tensioni (presentate al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, nel XXXI e XXXII concorso internazionale d’arte di Gualdo Tadino, nella X e XI Biennale d’Arte Città di Penne, nel XXXII Premio Suzzara e nelle mostre personali tenute nella Chiesa di S. Zenone all’arco di Brescia, nella Galérie Eva Tent di Koblenz – Germania, nello Chateaux Royal di Pérpignan, nella Salle d’Exposition Joe Bousquet di Carcassone e nella Fondation Firmin Bauby di Perpignan – Francia), s’identifica sempre più con le linee-forza di un colore araldico sostenuto dal vigore di masse plastiche dinamicamente protese. Nel recente ciclo di opere di pittura e scultura in ceramica, in ferro, in pietra e in bronzo “pietrificati voli” (presentato in anteprima con i bassorilievi policromi al XXVI Premio Vasto e successivamente ampliato nelle mostre personali tenute a Copenaghen, Roma, Vienna, Anagni, Bratislava, Taiwan, NewYork, Madrid, Sulmona, L’Aquila, Teramo, Crayova, Calafat, Mosca, Bruxelles) i segni-memoria dei fossili assurgono ad epos di drammi ancestrali. Le prime mostre personali e di gruppo, con opere caratterizzate da una poetica informale aperta a sollecitazioni astratte, datano inizio anni sessanta. La costante attenzione per la strutturazione teorica della materia e per la definitiva emancipazione del “fare ceramico” da ogni condizionamento artigianale o decorativo, troverà negli anni sessanta originali esiti espressivi con la moltiplicazione dei piani prospettici di interni ed esterni pittoscultorizzati e quadridimensionalmente ritmati. Negli anni ottanta la frantumazione del linguaggio è percorsa nei frammenti architettonici delle Fratture (l’omaggio medievale dedicato alla città de L’Aquila ed ospitato nell’ambito della “Perdonanza” al Museo Nazionale d’Abruzzo). Inizia quindi la fase, (tuttora in corso), di una serrata indagine sulla lingua “ceramica” ripercorrendo con l’imponente installazione di Babele (proposta all’Expo Arte di Bari ed in successive mostre tenute in Francia e Germania) la tracce archetipe di un guizzante segno grafico plasticamente recuperato in tutte le sue valenze semantiche, pittoriche e scultoree. Segno che nelle successive sculture a tutto tondo di grandi dimensioni e nei bassorilievi delle Tensioni (presentate al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, nel XXXI e XXXII concorso internazionale d’arte di Gualdo Tadino, nella X e XI Biennale d’Arte Città di Penne, nel XXXII Premio Suzzara e nelle mostre personali tenute nella Chiesa di S. Zenone all’arco di Brescia, nella Galérie Eva Tent di Koblenz, Germania, e nel Chateaux Royal di Pérpignan, Francia), s’identifica sempre più con le linee-forza di un colore araldico sostenuto dal vigore di masse plastiche dinamicamente protese. Nel recente ciclo di opere di pittura e scultura “pietrificati voli” (presentato in anteprima con i bassorilievi policromi al XXVI Premio Vasto e successivamente ampliato nelle mostre personali tenute a Copenaghen, Roma, Vienna, Anagni, Bratislava, Taiwan, New York) i segni-memoria dei fossili assurgono ad epos di drammi ancestrali.


Massimina Pesce_hi

Senza titolo

50 x 70 cm

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