Pietrosanti Roberto

Roberto Pietrosanti

Nasce a L’Aquila nel 1967, vive e lavora a Roma. Il percorso di Pietrosanti si svolge all’interno di una rigorosa monocromia, allargandosi al confronto con l’architettura. Nascono da tale ricerca i vari interventi in importanti progetti architettonici, a cominciare dal 1999. Nel 2000 vince il concorso di idee per la risistemazione di Piazza Augusto Imperatore a Roma. In parallelo l’artista affronta anche una serie di progetti per il teatro e la danza contemporanea. Si segnala la realizzazione di un’opera monumentale a Ravenna, occasione nella quale Pietrosanti ha lavorato per la Compagnia del Progetto a fianco degli architetti Franco Purini e Carlo Maria Sadich, con la direzione artistica del Prof. Arch. Francesco Moschini, A.A.M. Architettura Arte Moderna Roma.Negli anni più recenti si evidenziano la partecipazione alla rassegna internazionale Monocromos. Da Malevic al presente, Centro de Arte Contemporanea Reina Sofia, Madrid 2004, a cura di Barbara Rose, in cui Pietrosanti realizza una piccola architettura in pietra, e l’invito alla X edizione della Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2009 partecipa alla mostra Confines, a cura di Vincenzo Trione e Consuelo Císcar Casabán, negli spazi del Museo IVAM di Valencia. A settembre 2012 ha inaugurato un’imponente installazione sulla scalinata esterna del Museo dell’Ara Pacis: l’opera verrà successivamente collocata all’interno di Parco Nomade, nella riserva naturale della Tenuta dei Massimi a Roma.

 

 

 

 

 

Sito Web: http://www.robertopietrosanti.it/


Roberto Pietrosanti_Sedimenti_resina acrilica su MDF, telaio e cornice in alluminio_110x110cm_2007

Sedimenti

resina acrilica su MDF, telaio e cornice in alluminio

110 X 110 cm

2007

 

L’opera Sedimenti è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

 

“L’opera per la nuova sede del MUSPAC, “Sedimenti”,fa parte di un ciclo di opere realizzate nel 2007, destinate ad una mia personale nella galleria Dina Carola a Napoli, mostra inauguratasi nel 2008. Intitolai il progetto espositivo “Metope”. Quindici opere, tutte declinate al nero e tutte della medesima altezza (con alcune varianti in larghezza), si disponevano serrate una accanto all’altra lungo le pareti della galleria. Fonte di ispirazione del progetto era la rilettura in chiave contemporanea dell’architrave classico.
A colpo d’occhio, appare evidente che l’intera superficie dell’opera è occupata da una stratificazione di forme detritiche. Sono la traccia, o meglio l’impronta, del tempo che passa. La costruzione silenziosa e inevitabile dello spazio del tempo. Ma vuole anche essere testimonianza dell’innata necessità dell’uomo di costruire. Pietra su pietra. Simili a pietre su pietre appaiono le nostre esperienze. Siamo il grande edificio della memoria. La città deve essere considerata serbatoio di una miriade di memorie. La perdita di memoria è la peggiore delle sciagure che possa colpire un essere umano. Rappresenta il vagare senza meta. Di fatto, non si può ipotizzare un futuro senza memoria. Il futuro sarà futura memoria. L’eterno cantiere della vita.
In questo solco si pone la città dell’uomo, che è luogo di vita, ma anche giacimento di memoria.
L’Aquila ha subito un terremoto catastrofico, molti hanno perso la vita, molti hanno perso la casa, le cose. Nessuno ha perso la memoria. Non può e non deve accadere.
Di fronte alla priorità di ridare ad un luogo la propria identità, di restituire agli uomini lo scrigno della memoria, cosa può fare l’arte? L’arte deve poter indurre alla speranza. Infondere nel profondo, nelle zone più buie e nelle ferite di ognuno, un sentimento di rinascita.
Animato da questo sentimento, intendo donare questa mia opera con l’auspicio che il MUSPAC possa rappresentare una speranza per tutti coloro che desiderano rimettere a posto ogni singola pietra, ogni singola traccia di memoria”.

Roberto Pietrosanti
ottobre 2011

 

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