Semmer Maria

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1979 born in Rothenburg ob der Tauber – Germany /based in Rome – Italy and Insingen – Germanystudies and education: 2000-2006 Graphic design, Georg Simon Ohm FH Nuremberg, Germany / 2004 Graphic design, Muchina – accademy of art and design, St. Petersburg, Russiasolo exhibitions: 2006 Kulturbrauerei Rothenburg ob der Tauber, Germany, curated by Waldemar Olesch / 2007″heimelig” Villa Mirafiori, Rome, curated by Lorenzo Cataldi and Daniele Puletto / 2007 “photosession”, Stamperia del Tevere, Rome / 2009 “dreamers”, Hybrida contemporanea gallery, Rome, curated by Martina Sconci group exhibitions: 2006 Photokina Cologne, Germany / 2007 Vecchia sala della ferrovia, Cosenza, Italy, curated by Co.Se.R. Calabria / 2008 Refugium 2 gallery, Berlin / 2008 “Beata Remix”, Palazzo d’Avalos, Vasto, Italy, curated by Davide W. Pairone / 2009 “Mater Terra”, Stamperia del Tevere, Rome / 2009 “venus in eco furs”, cell63 gallery, Berlin, curated by Res Pira / 2010 “venus in eco furs”, Esposta gallery, Verona, Italy, curated by Res Pira / 2010 “Photosensibilité”, Hybrida contemporanea gallery, Rome, curated by Concetta Catalano and Mireia Barrachina / 2010 “L’Arte Grafica – dalla tradizione all’innovazione”, Castel dell’Ovo, Naples, Italy, curated by Stamperia del Tevere and Alberto Dambruoso / 2010 “Naturae”, Galleria Miralli, Viterbo, Italy, curated by Agnese Miralli


Semmer Maria

Untitled

stampa lambda

60 x 90 cm

2008

 

 

L’opera è stata gentilmente donata dall’artista al MUSPAC, per la ricostituzione

della collezione permanente, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009

I sognatori di Maria Semmer

 

 

 

Le foto che Maria Semmer ha sapientemente selezionato per questa mostra sono delle visioni, parlano di un mondo parallelo, una dimensione “altra”, perfettamente speculare a quella reale. E’ dentro di lei che tutto accade. Sembra scavare nel profondo del proprio animo, cercando di esternare immagini che provengono dal lato oscuro della sua mente e che si schiariscono e si manifestano sotto i nostri occhi. Luoghi e situazioni perturbanti sono lo specchio del mondo interiore che anima l’artista. Ogni foto è ricca di queste atmosfere inevitabilmente surreali e trascendenti, mostra un gioco fatto di ambienti e simboli, un’estetica che muove i suoi passi tra suggestioni spaziali e momenti di riflessione psicologica. Maria Semmer racconta storie di “sognatori”, storie di pensieri, di immagini e di fantasmi. Il suo è un metalinguaggio che scompone e ricompone materiali letterari, teatrali e cinematografici.
Il corpo è un elemento costante per l’artista. Conduttore di flussi energetici, vive un rapporto intimo con lo spazio circostante e diventa un modo per riflettere sulla potenza e sulla fragilità dell’uomo. I suoi tableau vivant mettono in scena uomini e donne in pose sensuali, ripresi in evanescenti e fugaci attimi d’intimità, in bilico tra il tangibile e l’immaginato, in una dimensione spazio temporale indecifrabile che l’artista stessa costruisce con oggetti ed elementi naturali raccolti dalla quotidianeità. I luoghi appaiono degradati e la luce enfattizza il contrasto tra il bianco e il nero.
Una fragile malinconia e un senso di disperazione e drammaticità si diffonde in alcune foto cariche di simbologie. Un gatto nero compare come per avvisarci di qualcosa che sta per accadere. Nei miti pagani veniva associato al culto di Iside, la dea che aveva il proprio regno nella notte. Nero, silenzioso e furtivo si muove tra di noi, caccia abilmente, ha occhi che brillano e, come la dea notturna, veglia mentre altri dormono. La notte è il tempo del riposo, della vita animale che si sveglia e agisce di nascosto, dei boschi che vivono di mille movimenti furtivi e silenziosi. E’ un mondo misterioso e segreto, legato al femminile e alle divinità madri.
Alla donna è legata anche la tragica storia di Ofelia presente in altre foto. Nell’immagine famosa di J. Millais, è rappresentata come la fanciulla dei fiori, “bella come una sirena nella sua narrata morte per acqua. Ofelia è un corpo intatto di gentile superficie, che seduce lo sguardo e che va a comporsi come un fiore tra i fiori, nello specchio fluviale di una natura incorrotta. Sebbene solo per un attimo, prima di sprofondare in una morte fangosa che l’inghiotte” .Figura incorporea, che continua a tramandare di sé l’immagine di una donna inviolata nel corpo, ma violata nei sentimenti, ferita a morte dalle incongruenze maschili.
Le donne romantiche di Maria Semmer sono le Ofelie dei nostri giorni, giovani remissive, pure, vittime innocenti ed ignare, proiettate in un contesto contemporaneo, tra i banchi di un mercato romano cosparso di graffiti, oppure travolte da un liquido amniotico che le conduce verso l’oblio (il tragico richiamo dell’acqua scura compagna del viaggio eterno è, in letteratura, il simbolo della morte femminile). Sono figure incorporee, volti dolci e infantili che emergono dall’acqua tra fasci di rami, sirene trascinate via dalle correnti e avvolte da un senso di enigmatica ed impenetrabile fatalità. Accanto possiamo immaginare un Amleto contemporaneo che, simulando una tragica follia, si ribella alla malvagità del mondo e all’amara realtà della vita. Disperato  per aver proclamato troppo tardi il suo amore per Ofelia, lo vediamo trasformato in una sorta di vampiro.
Come in un teatro dell’irrappresentabile, è forte per Maria il desiderio di potenza dell’immaginario.
“E il poeta dice che ai raggi delle Stelle vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti; e d’aver visto sull’acqua, distesa fra i suoi lunghi veli, la bianca Ophélia, come un gran giglio, ondeggiare.” (Arthur Rimbaud).

Martina Sconci

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